“Apollo” di George Balanchine ed Igor Stravinskij

Il celebre balletto neoclassico è andato in scena al Teatro Romano di Spoleto, in occasione di una serata dedicata a Rudolf Nureyev organizzata da Daniele Cipriani. 

Una splendida occasione per noi quella di poter rivedere e fotografare “Apollo”, lo spettacolare balletto nato dalla sinergia di Igor Stravinskij e George Balanchine e la cui prima rappresentazione europea avvenne a Parigi nel 1928 con la compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djagilev. 

Igor Stravinskij ne aveva composto le musiche secondo il suo progetto di “…un balletto ispirato a qualche momento o episodio della mitologia greca, la cui plasticità avrebbe dovuto essere trasfigurata dalla danza cosiddetta classica”, mentre George Balanchine ne creò l’innovativa coreografia.

“Apollo” è un balletto neoclassico, definizione di uno stile della danza classica nato agli inizi del novecento e di cui George Balanchine fu uno dei magistrali ideatori: la tradizionale tecnica accademica, base per la raffinata bellezza del movimento, si arricchisce di una maggiore libertà, in particolare delle braccia, e di nuovi passi e prese, ma anche di figure al di fuori dell’asse di equilibrio del corpo.

Come George Balanchine, anche Stravinskij contribuì a reinventare la forma del balletto con le sue composizioni musicali, avanguardiste ed in contrasto con la tradizione. Fu autore di memorabili opere ballettistiche, alcune delle quali in collaborazione con i Balletti Russi come “L’uccello di fuoco”, “Petruska”, “La sagra della primavera”. Egli scriveva infatti: “il balletto classico…nella sua stessa essenza, per la bellezza del suo ordine e il rigore aristocratico delle sue forme, risponde come meglio non si potrebbe alla mia concezione dell’arte”.

Nelle immagini del fotografo Massimo Danza possiamo ammirare alcuni momenti della coreografia portata in scena dai talentuosi danzatori provenienti dal Teatro Mariinsky di San Pietroburgo: il dio Apollo (Xander Parish) danza assieme alle Muse Calliope (Daria Ionova), Polimnia (Anastasia Nuikina) e Tersicore (Maria Khoreva) celebrandone con doni simbolici le rispettive arti, la poesia, l’arte mimica e la danza. 

La fotografia coreutica, ovvero l’arte di fotografare la danza, trova nel balletto “Apollo” grandi potenzialità espressive, rivelando ancora una volta la propria insostituibile funzione di immortalare gli attimi sublimi ed irripetibili di incontro tra il genio coreografico ed il talento del danzatore.

Paola Sarto

Foto © Massimo Danza 2018

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