La sala posa –

Indubbiamente sono un fotografo di scena. In particolare nel settore coreutico. Non ho neanche una sala posa personale, tanto è il peso, inteso come quantità, del tempo che passo in teatro, e quindi, quando mi serve, la prendo in affitto.

Eppure considero il “passaggio” per la sala posa, come un momento fondamentale per la comprensione della coreografia e della danzatrice/ore. Proprio per questo investo continuamente in know how per la fotografia posata, e acquisisco instancabilmente nuove skill. Infatti da quest’anno ho implementato le luci led al posto dei flash, con lo stesso schema luci del teatro: piazzato, luci di taglio, controluce. Proprio per ricreare al 100% l’atmosfera di luminanza teatrale.

Potermi confrontare in studio con una singola danzatrice, e/o coreografa, approfondisce la mia competenza coreutica, mi aiuta ad entrare nelle coreografie; ha la duplice funzione di applicare le conoscenze arricchendo contemporaneamente il mio bagaglio tecnico ed artistico. In teatro i giochi sono fatti, durante una coreografia bisogna agire senza il tempo di riflettere; bisogna aver riflettuto prima: appunto, durante un shooting posato.

Le fotografie posate sono comprese di default anche per i saggi. Non bisogna commettere l’errore di sottovalutarle. In quel momento le ragazze affinano le loro pose; io capisco come sarà lo spettacolo. Il posato equivale a metà saggio, tutto il resto è in discesa.