“NUREYEV E FONTEYN”: DANZA E LEGGENDA

Sul palcoscenico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel corso del gala internazionale di danza “Les Etoiles” curato da Daniele Cipriani, abbiamo assistito all’avvincente passo a due “Nureyev e Fonteyn”, interpretato dai due primi ballerini del Teatro Bolshoi di Mosca, Maria Alexandrova e Vladislav Lantratov.

Il pezzo narra del mitico sodalizio tra Rudolf e Margot Fonteyn ed è tratto dal balletto “Nureyev”, coreografato da Yuri Possokhov su libretto e regia di Kirill Serebrennikov.

“Nureyev” costituisce un omaggio appassionato e spregiudicato al più leggendario danzatore di tutti i tempi: ne racconta attraverso la danza la romanzesca esistenza, dallo scandalo del suo “salto nella libertà” nel 1961 quando, al termine di un magnifico spettacolo a Parigi, Rudolf decise di non rientrare più in Russia, fino alla sua morte per aids nel 1993, a soli 54 anni.

E’ particolare notare che il balletto “Nureyev” fu clamorosamente annullato a tre giorni dalla sua prima al Bolshoi, nel luglio del 2017, proprio dalla direzione del teatro con la motivazione ufficiale che non fosse ancora pronto ma in realtà, pare, su forti pressioni del governo a causa dei suoi contenuti giudicati sovversivi dei valori tradizionali.

Il debutto è stato dunque rinviato di qualche mese, a dicembre del 2017, ed oggi il balletto “Nureyev” è a pieno titolo nel repertorio del Teatro Boshoi, sia pure come spettacolo “solo per adulti”, onore e tributo al “tartaro volante”, uno dei figli più grandi che la Russia abbia dato all’Umanità.

Paola Sarto

Foto Massimo Danza

TERABUST E DEREVIANKO TORNANO AL TEATRO VALLI DI REGGIO EMILIA PER APPLAUDIRE LO SCHIACCIANOCI DI AMODIO/LUZZATI DI CUI FURONO I PROTAGONISTI NEL 1989.

Il 4 gennaio la tournée dello “Schiaccianoci” di Amodio/Luzzati, prodotto da Daniele Cipriani, ha fatto tappa al teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, tornando così dopo 28 anni nel luogo dove si svolse la sua prima assoluta, il 6 gennaio del 1989, con i primi ballerini Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko, tornati oggi ad applaudire il nuovo cast.

Una serata straordinaria che ha visto il teatro gremito e come ospiti diverse personalità e tecnici dell’Ater Balletto di ieri e di oggi, danzatori, amici, coreografi, rappresentanti del mondo della danza, dell’arte e della cultura, e poi loro, i due grandi primi ballerini per i quali Amedeo Amodio creò lo spettacolo: Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko. Terminato lo spettacolo, accolto da grande calore ed entusiastici applausi, la Terabust e Derevianko sono andati ad abbracciare il maestro Amodio e a congratularsi con tutto il cast e soprattutto con i primi ballerini di oggi, Anbeta Toromani e Vito Mazzeo: attimi di grande emozione tra chi ha condiviso la stessa importante esperienza artistica, nello stesso luogo ma in momenti temporali diversi, difficile da descrivere ma che forse le immagini di Massimo Danza riescono in parte a restituire.

Allo spettacolo sono seguiti i festeggiamenti in un clima di familiarità ed affetto, e per i più giovani o per chi non ha vissuto gli eventi della danza di quegli anni, vale la pena fare un passo indietro.

Nel gennaio del 1989 un grande spettacolo debuttava per la prima volta al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia. Erano gli anni d’oro del balletto in Italia, e dunque dell’Ater Balletto, bandiera della danza in Italia, che presentava il suo Schiaccianoci con la regia e le coreografie di Amedeo Amodio e le scene ed i costumi di Emanuele Luzzati. I primi ballerini erano le due stelle Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko.

Abbiamo chiesto a Simonetta Allder, che era presente quella sera in qualità di critico, di raccontarci qualche suo ricordo dello spettacolo.

“La serata fu indimenticabile, una impressione straordinaria, forse paragonabile a quella che ebbero gli italiani quando, appena terminata la guerra, arrivò per la prima volta in Italia il film di animazione “Biancaneve” di Walt Disney, una pellicola di elevato livello tecnico e creativo. Fu un trionfo, uno spettacolo fortemente innovativo per quegli anni ed inoltre non c’erano ancora tutte le rivisitazioni dei balletti classici a cui assistiamo oggi. Vedere lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati fu proprio come entrare in un’opera d’arte vivente, costituita dalla fusione di diverse forme artistiche.”

“Elisabetta Terabust? Una ballerina d’eccezione, sicura e precisa, con spiccate doti di sensibilità ed intuito, una grande artista; Vladimir Derevianko un grandissimo ballerino dalle diverse possibilità interpretative: nelle sue corde nobiltà ma anche carattere, con una fisionomia che si prestava in tal senso, poteva interpretare il giullare ed il principe. Amodio conosceva di entrambi i danzatori tutta la gamma espressiva, sapeva perfettamente come esaltarne le qualità”.

Dopo diverse repliche, lo Schiaccianoci di Amodio rimase uno spettacolo di nicchia, mentre i suoi allestimenti finirono nei depositi di Aterballetto, destinati probabilmente a perdersi se non fosse intervenuto un brillante impresario.

“Quando Daniele Cipriani ha pensato di recuperare quest’opera ne ha compreso la fondamentale importanza, si tratta realmente di un vero gioiello del repertorio italiano del secondo novecento: un’idea assolutamente originale, la sinergia con Emanuele Luzzati, il capire che il balletto poteva fondersi con altre forme d’arte, la recitazione, la danza, i costumi, l’arte della scenografia, l’inserimento delle voci, del teatro delle ombre, un patrimonio culturale ed artistico nella sua visione d’insieme, e non solo per la danza”.

La tournée, iniziata a fine ottobre, si concluderà il 14 gennaio con l’ultima tappa a Ravenna, passando da Pordenone: la nostra viva speranza è che lo Schiaccianoci possa tornare regolarmente a ripetersi sulle scene italiane e non solo, come è giusto che sia per questo patrimonio artistico dell’umanità.

Paola Sarto

Foto Massimo Danza

 

ASHLEY BOUDER E ANDREW VEYETTE: UNA VENTATA BALANCHINE SULLO SCHIACCIANOCI DI AMODIO/LUZZATI.

Il 14 dicembre abbiamo assistito allo “Schiaccianoci” al Teatro Verdi di Trieste, con la regia e le coreografie di Amedeo Amodio, le scene ed i costumi di Emanuele Luzzati e le musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij suonate dal vivo dall’orchestra del Teatro Verdi diretta dal M° Alessandro Ferrari.

Questo emozionante spettacolo, prodotto da Daniele Cipriani Entertainment, sta girando l’Italia con crescente successo e vede avvicendarsi diverse coppie di celebri primi ballerini; ciascuna coppia reca un timbro personale, una coloritura esclusiva, dettagli artistici che impreziosiscono la genialità dell’opera, a beneficio di un pubblico che dimostra di apprezzare la danza.

Dopo Rebecca Bianchi, Anbeta Toromani, Alessio Rezza, Vito Mazzeo, Alessandro Macario, la coppia dei primi ballerini questa volta arriva da oltre oceano: Ashley Bouder ed Andrew Veyette, stelle del New York City Ballet.

Siamo arrivati in questo teatro con la particolare emozione di trovarci nel tempio della lirica che accolse, nella metà del 1800, le numerose repliche del “Nabucco” di Giuseppe Verdi, colonna sonora dei travolgenti ideali risorgimentali di quegli anni.

E dunque, quanto mai consapevoli del fondamentale contributo dell’Arte allo svolgersi della Storia, abbiamo atteso trepidanti, ancora una volta prima dell’inizio di un’opera, l’aprirsi del sipario su uno degli spettacoli più interessanti e coinvolgenti ai quali abbiamo assistito, assai curiosi di vedere l’ ”effetto americano” su quest’opera così italiana nel suo genio creativo.

E non siamo certo rimasti delusi. La fresca ventata Balanchine ci ha regalato l’ebrezza del veleggiare nel mare aperto della danza: la coppia Bouder-Veyette ci ha incantato per la fresca musicalità con cui ha dato vita a Clara e Schiaccianoci; con estro moderno e purezza classica di linee, ci hanno regalato una interpretazione spumeggiante, perfettamente integrati da un italianissimo corpo di ballo, esperto ed elegante con i suoi virtuosi solisti.

Lunghi applausi hanno accolto i ringraziamenti degli artisti a fine spettacolo: la tourneé continuerà ancora fino al 14 gennaio, sarà a Bologna, Firenze, Ancona, Reggio Emilia, Pordenone Ravenna.

Paola Sarto

Foto Massimo Danza

REBECCA BIANCHI, ANBETA TOROMANI, ALESSIO REZZA E VITO MAZZEO: AL TEATRO PETRUZZELLI DI BARI OVAZIONE DEL PUBBLICO PER LE STELLE DELLO SCHIACCIANOCI DI AMODIO/LUZZATI.

Al Teatro Petruzzelli di Bari, gremito per l’evento della danza, le stelle dello Schiaccianoci di Amodio/Luzzati Rebecca Bianchi ed Anbeta Toromani, assieme ai primi ballerini Alessio Rezza e Vito Mazzeo, hanno emozionato il pubblico che li ha acclamati con entusiasmo.

 

 

Dopo il successo dell’anteprima di Perugia e della prima a Modena, la tournèe dello Schiaccianoci di Amedeo Amodio ha preso il volo verso la tappa successiva, Bari, dove ha registrato il tutto esaurito al Teatro Petruzzelli per ben 5 recite in tre giorni, con 40 artisti in scena accompagnati dall’orchestra e dal coro del Teatro Petruzzelli diretti dal M° Alessandro Ferrari.

 

La musica immortale di Ciaikovsky, suonata dal vivo nell’aulica cornice del Petruzzelli, ha intriso l’opera del suo profondo simbolismo e ne ha esaltato la liricità mentre, sulla solida compagine di un vigoroso e brillante corpo di ballo arricchito dalle punte di diamante dei suoi solisti, è spiccato il talento delle stelle Rebecca Bianchi e Anbeta Toromani, alternatesi negli spettacoli e affiancate rispettivamente dai primi ballerini Alessio Rezza e Vito Mazzeo. Il pubblico ha risposto con calore ed entusiasmo alla magia dello spettacolo e, al momento dei saluti finali, è esploso nell’ovazione per i primi ballerini.

Uno spettacolo in grande scala, prodotto da Daniele Cipriani Entertainment, con le scenografie ed i costumi di Emanuele Luzzati, una originale composizione ballettistica, felice connubio delle diverse arti in un trionfo del moderno genio italiano, atteso in molte altre città italiane: il prossimo appuntamento è dal 2 al 4 dicembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano, con il debutto nello spettacolo di una nuova coppia di stelle, Ashley Bouder, prima ballerina del New York City Ballet, e Alessandro Macario (Teatro San Carlo di Napoli), che si alterneranno con Rebecca Bianchi ed Alessio Rezza, per poi proseguire al Teatro Verdi di Trieste dal 14 al 18 dicembre, ancora una volta con l’orchestra, e poi ancora Bologna, Firenze, Ancona, Pordenone, Reggio Emilia, Ravenna.  Da non perdere.

Paola Sarto

Foto Massimo Danza

LO SCHIACCIANOCI DI AMODIO/LUZZATI: UN GRANDE SUCCESSO PER LA PRIMA A MODENA.

Un grande evento per il mondo dell’arte e della cultura italiana, e non solo: torna in scena Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio, tratto dalla novella di E.T.A. Hoffmann, con le musiche di Piotr Ilych Ciaikovsky e le scenografie ed i costumi di Emanuele Luzzati.

Creato nel 1989 dal grande coreografo Amodio (all’epoca direttore dell’Ater Balletto) per i due celebri danzatori Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko, questo lavoro si è affermato da subito come uno dei pilastri del balletto italiano.

Daniele Cipriani ha voluto fortemente far rivivere questo patrimonio artistico, ne ha acquistato e ristrutturato gli allestimenti scenici ed ha organizzato di nuovo lo spettacolo avvalendosi dei migliori interpreti, di un corpo di ballo esperto, e di una squadra forte e motivata. Un impegno vigoroso per uno spettacolo che verrà portato in una lunga tournée in tutta Italia: dopo una anteprima a Perugia e la prima a Modena, sarà al Petruzzelli di Bari, al Teatro Arcimboldi di Milano, al Verdi di Trieste, al Teatro Europa Auditorium di Bologna, al Verdi di Firenze, al Delle Muse di Ancona e poi Reggio Emilia, Pordenone, Ravenna, ed altre città ancora.

Il cast prevede, in alternanza le prime ballerine Ashley Bouder (New York City Ballet), Rebecca Bianchi Teatro dell’Opera di Roma) e Anbeta Toromani, affiancate dai primi ballerini Andrew Veyette (New York City Ballet), Vito Mazzeo (Balletto Nazionale Olandese),  Alessandro Macario (Teatro San Carlo di Napoli) e Alessio Rezza (Teatro dell’Opera di Roma), con il corpo di ballo e i solisti della Daniele Cipriani Entertainment, il teatro delle ombre “L’asina sull’isola” di Paolo Valli e Katarina Janoskova, la voce registrata di Gabriella Bartolomei, il trampoliere Mauro Vizioli.

Il 6 novembre si è tenuta la prima al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, con Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, un grande successo che ha riconfermato l’amore del pubblico per quest’opera.

Nello “Schiaccianoci” di Amodio/Luzzati il genio romantico letterario e musicale si fonde alla perfezione con il più moderno genio italiano delle arti figurative e della danza, per un effetto strabiliante, di grande potenza evocativa e simbolista.

Lo spettacolo, con le sue diverse componenti, ci porta in quella zona di confine che i bambini conoscono bene ed attraversano naturalmente, grazie alle loro intatte e potenti capacità creative e fantastiche: sotto la realtà apparente, quella percepita con i sensi, ve n’è un’altra, più profonda e misteriosa.

Drosselmeyer, costruttore di orologi, bambole meccaniche ed automi, apre il sipario ed improvvisamente ci ritroviamo magicamente bambini in una favola, questo uno degli aspetti più sorprendenti dell’opera, con l’euforia del divertimento e la fantasia liberata dall’impatto cromatico delle scene e dei costumi di Luzzati, ricchi del suo meraviglioso mondo immaginativo, visionario ed onirico, a volte grottesco.

L’emblematico personaggio, giocattolaio e mangiafuoco, dirige il gioco ed attraversa l’opera con magie ed illusionismi, afferrando Clara e Fritz, e noi assieme a loro, in un volo entusiasmante tra realtà fantasia, sempre seguiti dal mondo delle ombre, sinistri fantasmi bidimensionali, dal misterioso potere di attrazione. Ma il mondo degli adulti, stravagante ed ambiguo con i suoi divertimenti, non genera minor inquietudine delle ombre agli occhi del bambino.

La modernità della coreografia è sorprendente: alla tecnica accademica della danza classica si amalgamano sagacemente gli stili più diversi tra loro, dal moderno alla breakdance, alle danze folkloristiche, in una dimensione del movimento nuova, l’unica del resto che potrebbe dare spessore ai sottili e molteplici piani di lettura da cui è composta l’opera, in una struttura a scatole cinesi, con le scene che si aprono e chiudono come in un gigantesco obiettivo fotografico: la labilità del confine tra il bene il male, tra il sogno e la realtà, i limiti appaiono e scompaiono, come cambiano improvvise le scene.

Vi è una importante componente teatrale nello spettacolo, ben evidenziata da scene, luci, e costumi, con alcuni suggestivi momenti parlati, oggetti di scena che prendono vita, un trampoliere che racconta una storia.

Un corpo di ballo con i suoi solisti pieno di brio, che tiene magnificamente il tempo dell’opera e le sue maschere drammatiche, la prima ballerina Rebecca Bianchi splendida, un incanto di grazia e stile, Alessio Rezza eccezionale, Valerio Polverari un perfetto Drosselmeyer, inquietante ed autoironico, la viva sensibilità degli artisti del teatro delle ombre Paolo Valli e Katarina Janoskova hanno animato il mondo fantastico che ci ha fatto sognare, assieme al trampoliere Mauro Vizioli ed alla voce fatata di Gabriella Bartolomei.

 

Un grande spettacolo che non esitiamo a definire un capolavoro, di incommensurabile portata artistica, e dunque siamo profondamente grati all’impresario Daniele Cipriani il quale, in contro tendenza rispetto ai tempi, ha deciso di investire nel vero progresso sociale.

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza