GUARDAMI NEGLI OCCHI

“Guardami negli occhi” è il titolo diretto e folgorante della nuova coreografia di Luisa Signorelli, da lei stessa interpretata assieme ai danzatori della compagnia Ballet-ex Antonio Bisogno, Leopoldo Guadagno, Carlo Pacienza, Nyko Piscopo, Giuseppe Ranieri, Armand Zazani.

L’opera trae la sua ispirazione proprio dal dubbio, il compagno fedele ed impietoso dell’uomo lungo gli aspri sentieri alla ricerca del vero: gli occhi sono lo specchio dell’anima, negli occhi di qualcuno, prima ancora che nelle sue parole, cerchiamo la risposta a qualsiasi domanda, aneliamo alla pura luce di uno sguardo da cui trarre un segno che ci illumini, che ci sollevi dal dubbio.

Una coreografia dove gli sguardi si cercano, si incrociano e si sfidano, si accolgono e respingono, e che si avvale principalmente della danza maschile sulle cui ali lo spettatore può librarsi, vivendone incantato tutto lo slancio ed il vigore come fossero i propri. E’ questo uno degli elementi più affascinanti di questo spettacolo, riuscire a seguire in volo emozioni e sentimenti scaturenti gli uni dagli altri, inesauribili ed appassionati, in una continuità di cui la splendida figura interpretata da Luisa Signorelli, in stato di lirica grazia, costituisce filo conduttore: eterno femminino, principio di ordine e conoscenza, attraversa la scena in più riprese e ne ristabilisce l’equilibrio, fino al quadro finale dove tutti riprendono il proprio posto, personaggi della commedia umana tesi allo spasimo dalle proprie passioni.

Luisa Signorelli conosce profondamente la danza ed i suoi segreti, ne rinnova e vivifica il linguaggio perchè arrivi a chiunque, ne disserra gli schemi dai quali fioriscono variazioni dense di poesia, tutto è pervaso di eleganza ed equilibrio. I danzatori sono straordinari performers, assieme alle doti tecniche ed artistiche, donano il cuore alle coreografie, arrivando al pubblico che risponde con applausi spontanei e frequenti, Sullo sfondo scorrono immagini simboliche e cariche di suggestioni, la musica sottolinea le atmosfere con varietà di generi, dal classico al rock, e farà piacere a tanti riascoltarne i motivi.

Solo l’arte può raccontare le infinite sfumature dei sentimenti, creare immagini viventi, innalzare pensieri fino agli archetipi delle idee, e spingersi oltre. In particolare la danza, arte del movimento, ha il dono di trasmettere a chi guarda l’elemento trasfigurante di sapienza, grazia e bellezza connaturato alla dinamica del corpo umano purchè però, come dimostra quest’opera, sia conosciuta in verità e profondità, così da costituire per lo spettatore un viatico di conoscenza ed elevazione.

Paola Sarto

foto Massimo Danza

IL REALISMO POETICO DI GIANLUCA CAPPADONA: LA DANZA RACCONTA LA SOCIETA’.

Le coreografie di Gianluca Cappadona, interpretate da Paola Stefano e Salvatore Lombardo, conquistano pubblico e giuria in ben due dei prestigiosi concorsi coreografici organizzati da Luisa Signorelli.

Nel qualificato contesto dei concorsi coreografici organizzati da Luisa Signorelli, abbiamo assistito a due spettacoli di Gianluca Cappadona, ed in entrambi i casi le sue coreografie sono risultate vincitrici del primo premio.

La prima coreografia, presentata a giugno al Teatro Olimpico di Roma, è intitolata come l’omonima canzone di Marco Masini “Perché lo fai”, il disperato appello di amore di un ragazzo ad una ragazza drogata: con la droga si rischia di perdere proprio quello che può far bene, questo è il messaggio chiaro e forte di questa coreografia.

La seconda coreografia, presentata il 27 novembre al Teatro Orione di Roma, si intitola “La canzone dei vecchi amanti” ed è modellata sullo struggente testo di Jaques Brel nella celebre interpretazione di Franco Battiato. Lo spettacolo si apre con la declamazione della delicata poesia di Alda Merini , “Il sole dei vecchi”, che introduce teatralmente la composizione coreutica: ad una coppia di anziani, provata dalla vita nel corpo e nello spirito, viene aperta una finestra sul passato che fa rivivere loro l’appassionata giovinezza del proprio amore.

E solo quando si guardano le mani, che ne rivelano l’età, tornano al presente, più che mai consapevoli di quanto li abbia uniti, nel bene e nel male delle molteplici esperienze vissute assieme; stretti l’uno all’altra si abbandonano ad una solitudine di cui una voce fuori campo ci svela la malinconica realtà: i vecchi hanno molto da raccontare, semprechè ci sia qualcuno disposto ad ascoltarli. Un pensiero con cui Gianluca ha voluto concludere questo pezzo.

Interpreti di entrambe le coreografie i due danzatori Paola Stefano e Salvatore Lombardo, provenienti da “Progetto Danza”, la scuola di Gianluca Cappadona. I due artisti conquistano il pubblico per il realismo della loro interpretazione e per la profondità dei sentimenti che riescono a trasmettere. Seguono plasticamente la musica e le sue assonanze, secondo gli accordi di una coreografia fluida ed armoniosa, che riesce ad esprimere luci ed ombre di temi non facili da raccontare.

Gianluca Cappadona, danzatore e coreografo calabrese di Paola, in provincia di Cosenza, vanta una solida formazione ed una lunga esperienza nella danza, con spettacoli e trasmissioni televisive assieme a personaggi celebri e colleghi come Mia Molinari, Roberta Fontana, Alessandro Foglietta. Rientrato in Calabria ha aperto una scuola di danza ad Amantea e poi a Paola, sua città di origine, la scuola “Progetto Danza”, che vanta una propria compagnia. Oggi Gianluca è un autorevole punto di riferimento per la danza sul territorio calabro: oltre alla attività di formazione tiene stages e la sua compagnia è invitata regolarmente ad eventi e manifestazioni, partecipa a rassegne e concorsi sul territorio nazionale e spesso ne riceve premi.

Siamo stati profondamente emozionati da entrambi i lavori di Gianluca Cappadona ed abbiamo voluto conoscere qualcosa in più del suo modo di creare e di lavorare.

“Sono molto interessato alle tematiche sociali: per chi come me ha la fortuna di portare in scena degli spettacoli penso sia importante proprio in questi preziosi momenti lanciare dei messaggi che facciano riflettere il pubblico, ma sempre con positività”.

Gianluca fa un importante lavoro di ricerca sulla musica, ascolta una canzone, gli piace pensarla e poi studia la coreografia sui danzatori, di cui conosce le potenzialità. Chiede ai suoi allievi un intenso lavoro sull’interpretazione: “devono metterci il cuore per dare un’anima alla coreografia: essere un bravo esecutore non è sufficiente ad emozionare pubblico”.

Il prossimo spettacolo andrà in scena a gennaio, ci sta lavorando: è un pezzo sulla sensualità femminile, per ridisegnarne quei confini che oggi spesso coincidono con la volgarità.

Un desiderio di Gianluca? Trovare un po’ di tempo per volare a Londra, di cui stima particolarmente l’ambiente creativo, per riceverne nuovi stimoli e crescere artisticamente.

Paola Sarto

Foto Massimo Danza