Vittoria Sisti: “MARY FULL OF GRACE”

Una performance originale, di forte impatto emotivo, che porta in scena il mistero trascendente della “Madre” vissuto nella dimensione umana di una donna.

Al Teatro Piccolo di Pietralata di Roma è andata in scena la suggestiva performance di Vittoria Sisti, da lei stessa interpretata ed ispirata alla figura della Vergine Maria, in particolare alla Maria del poemetto di Aldo Nove, alla “bambina che qualunque collina avrebbe voluto avere come sole”, punto d’intersezione tra la terra e il cielo.

Laureata al DAMS di Roma in cinema ed arti elettroniche, Vittoria si forma come danzatrice a New York presso la Martha Graham School, prosegue con la danza contemporanea ed è “performer” per videoartisti, musicisti, fotografi ma anche “film maker” come Amy Greenfield, pioniera americana della cinedanza.

Questa è l’opera prima di Vittoria come autore, ne è anche l’interprete, ed è scaturita dal profondo rinnovamento interiore e creativo che la sua recente, prima maternità, le ha recato. Una performance originale, di forte impatto emotivo, che porta in scena il mistero trascendente della “Madre” vissuto nella dimensione umana di una donna. Una pièce inconsueta e coraggiosa in un’epoca di celebrazione di valori mondani.

“Con questo lavoro intendo evidenziare la dimensione eccezionale del mito di Maria rispetto a tutta la mitologia precedente legata al femminile – alla quale pure è strettamente legata – che consiste proprio nella sua concretezza di donna in carne e ossa, viva e presente nel suo tempo.

“Mary” in questa performance diventa quindi una giovane donna contemporanea che vive nella propria carne i misteri della vita: il concepimento, la nascita, la morte, ripercorrendo idealmente, come in un percorso iniziatico, i momenti cruciali della vita di Maria: Annunciazione, Natività, Crocifissione del Figlio, Pietà, Deposizione, Assunzione”.

Con queste immagini Vittoria ci introduce alla sua opera: “Le storie sacre sono inondate di luce. Mary è nella sua stanza, forse legge o forse prega o pensa, è nel tempo dell’attesa. Mary è pronta a lasciarsi penetrare dalla luce, ad accoglierla dentro di sé come un dono. Lei ora è il tramite fra la terra e il cielo. Mary non lo sa ancora, ma sta vivendo nella sua carne l’immenso mistero della natura, lo accetta e se ne lascia attraversare, così, semplicemente”.

Lo spettacolo si svolge in una dimensione sospesa, sostenuta efficacemente dalla musica di Henryck Gorecki , “O Domina Nostra”, la tensione drammatica è alta. Vittoria sulla scena è vera, è anima e cuore, ci sorprende e coinvolge, con forza e semplicità, e quando l’opera termina, nell’emblematico quadro finale di luce, rimaniamo ancora assorti nelle immagini a cui abbiamo assistito, mentre il buio si richiude di nuovo sul mistero.

Video: https://youtu.be/XyqiINJvvnM

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza

LA COREOGRAFIA DI LUISA SIGNORELLI: QUANDO LA DANZA SFIORA IL MITO.

Al Teatro Orione di Roma lo scorso 9 aprile è andato in scena l’applaudito spettacolo “Run” di Luisa Signorelli, interpretato da una compagnia Ballet-ex in forma smagliante.

Gli applausi del pubblico del Teatro Orione, lo scorso 9 aprile, hanno confermato il successo di uno spettacolo che si rivela assolutamente originale nell’attuale panorama della danza e soprattutto indicativo di un nuovo percorso creativo che guarda al futuro dalla saldezza delle proprie radici classiche.

Si ama ciò che lambisce l’eternità, come il racconto lirico di ciò che è leggendario e dunque la particolarità di questo spettacolo, che abbiamo amato e che lo rende tanto apprezzato, è proprio la capacità di trasporre temi di attualità sociale sul piano di una narrazione poetica in danza, traendone l’aspetto mitico e trascendente.

I danzatori della compagnia Ballet-ex (Carlo Pacienza, Francesco Marino, Simone Baroni, Vincenzo Caiazza, Leopoldo Guadagno, Michele Cascarano, Luisa Signorelli) sono straordinari per le loro capacità sceniche, sostengono la tensione dell’opera senza cedimenti, donandosi generosamente allo spettatore, veraci nel far vivere la raffinata partitura coreografica anche delle loro note personali. Ciò che avvince è il respiro dell’opera, ampio, si espande oltre gli spazi scenici, e porta in alto lo spettatore verso terse zone immaginative, dove il movimento rivela i suoi segreti di forza, armonia e bellezza.

Una esperienza che consigliamo di vivere agli amanti della danza, e dunque di non perdersi una delle prossime repliche dello spettacolo a Roma, il 15 maggio al teatro Viganò ed il 6 giugno al teatro Olimpico. Noi ci saremo!

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza

CLAUDIO LADISA E BARBARA FIORENZA: LOVE IS IN THE AIR!

Il duo “Les Amant”, Claudio Ladisa e Barbara Fiorenza, nella coreografia di danza aerea dei fratelli Claudio e Paolo Ladisa “Time”.

“TIME”

“Il tempo di un sogno, che non ci faccia mai svegliare lasciandoci l’amaro del risveglio.
Il tempo di volare insieme, fondendoci in un unico corpo.
Il tempo di amarti per sempre e non risvegliarmi mai da questo sogno”.

Claudio Ladisa e Barbara Fiorenza, il duo “Les Amant”, sono gli straordinari  interpreti di “Time”, una coreografia di danza aerea dei fratelli Claudio e Paolo Ladisa sul senso del tempo per l’amore: gli amanti sfiorano l’eternità del sogno nell’abbraccio, sospesi in volo ritrovano l’unità dei corpi, che il temuto risveglio smarrirebbe nuovamente. La poesia permea questa composizione acrobatica di danza aerea, che si basa sulla perfezione tecnica di ogni singolo movimento per rendere allo spettatore l’immagine dell’abbraccio nella levità del volo.

Claudio Ladisa e Barbara Fiorenza sono danzatori, coreografi, acrobati, performers, ma per utilizzare un’unica, efficace espressione, sono artisti dell’aria. Bisogna vederli volteggiare ad altezze vertiginose mentre eseguono plastiche figure intervallate da arditi passaggi e prese da brivido, per accorgersi di rimanere incantati e a bocca spalancata tornando bambini nella assoluta meraviglia che tale arte suscita in noi.

Claudio ha una formazione di elevato livello tecnico ed artistico, ha studiato e collaborato con grandi maestri e coreografi di danza classica, moderna, acrobatica e di circo internazionale (Cirque du soleil), e costituisce con il fratello Paolo, suo alterego, una formidabile coppia artistica: lavorano per compagnie internazionali, per il cinema ed il teatro, curano coreografie e tengono stages, partecipano ad eventi e cerimonie, festival e galà, in una incessante attività di spettacolo ed insegnamento.

Barbara si è formata nella culla d’arte dell’Art Dance Theatre di Franco Franchi e Gloria Imperi, un centro polivalente per danzatori, attori ed artisti dello spettacolo che ruota intorno al Piccolo Teatro di Pietralata, polo culturale romano di eccellenza per le arti performative.

Ed è proprio all’Art Dance Theatre che Claudio e Barbara si sono conosciuti ed hanno costituito un fortunato sodalizio artistico, ma non solo: sono compagni anche nella vita oltre che sulla scena, ed il loro affiatamento è assoluto, sprigionano armonia e complementarità, insomma, parafrasando il titolo di una famosa canzone, per loro è proprio il caso di dire: love is in the air!

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza

LAGO DEI CIGNI: PAS DE DEUX DEL “CIGNO NERO”

Marianela Nunez e Thiago Soares, primi ballerini del Royal Ballet di Londra ed ospiti della Rassegna Tersicore di Daniele Cipriani, nel pas de deux dal 3°atto del “Lago dei cigni”.

Marianela Nunez è Odile, il seducente cigno nero nel rinomato pas de deux, tratto dal 3°atto del “Lago dei cigni”, uno dei più famosi ed acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Piotr Ilič Čaikovskij. Il palcoscenico è quello dell’Auditorium della Conciliazione di Roma, che ha accolto la decima edizione della Rassegna Tersicore con la direzione artistica di Daniele Cipriani.

Partner della Nunez sulla scena è ancora una volta Thiago Soares, anche lui, come la Nunez, primo ballerino del Royal Ballet di Londra.

La prima rappresentazione del “Il Lago dei Cigni” ebbe luogo al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877, con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger, che deluse però critica e pubblico. Il 15 gennaio 1895 ebbe luogo il primo allestimento coreografato da Petipa e Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, e fu il successo: il balletto entrò a pieno diritto nel repertorio, pietra miliare della danza classica.

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza

MARIANELA NUNEZ E THIAGO SOARES IN “DIAMONDS” (DA “JEWELS”).

I due primi ballerini del Royal Ballet di Londra in una virtuosa interpretazione del celebre balletto di George Balanchine.

L’argentina Marianela Nunez ed il brasiliano Thiago Soares, entrambi primi ballerini del Royal Ballet di Londra, hanno danzato all’Auditorium della Conciliazione di Roma, ospiti della decima edizione della Rassegna Tersicore con la direzione artistica di Daniele Cipriani.

In scena una virtuosa interpretazione di “Diamonds”, tratto da “Jewels”: un balletto strutturato in tre parti, ovvero “Smeraldi”, “Rubini”, “Diamanti”, con le composizioni di tre diversi musicisti, quali Gabriel Faurè, Igor Stravinsky e Piotr Ilič Čaikovskij, che fu rappresentato per la prima volta a New York nel 1967.

Si tratta di uno dei capolavori di George Balanchine il quale, da quel che dichiarava lui stesso, trovò ispirazione per questo balletto passeggiando per la Quinta Strada, dove si affacciano meravigliose vetrine di gioiellieri. Qualche tempo dopo, il famoso coreografo ebbe l’idea di farne un trittico, dedicato alle grandi scuole di danza che avevano influenzato il suo percorso ballettistico: il Teatro Mariinskij dove aveva fatto il suo apprendistato, l’Opéra di Parigi e il New York City Ballet. “Diamonds” in particolare si ispira allo stile, al gran virtuosismo, ai grandi balletti classici della danza russa.

Anche se “Jewels” non è mai stato rappresentato dalle tre compagnie riunite, come avrebbe auspicato Balanchine, il balletto nella sua interezza fa comunque parte del loro repertorio: dal 1999, è entrato nel repertorio del Mariinskij; nel 2000, in quello dell’Opéra National de Paris. In ogni caso, solisti di ciascuna scuola l’hanno interpretato insieme in occasione di una edizione del Festival del Mariinskij. Altre compagnie hanno inserito “Jewels” nel loro repertorio, in particolare il Balletto di Amburgo, il Miami City Ballet, il Cincinnati Ballet, il San Francisco Ballet, il Royal Ballet.

Paola Sarto

Foto di Massimo Danza

“RUN” –  LA CORSA INSENSATA DELL’UOMO VERSO IL VUOTO ESISTENZIALE.  

E’ in scena la nuova coreografia di Luisa Signorelli “Run”: il correre sempre più velocemente è diventato ormai il nostro modo di essere, mentre tutto ciò che costituisce il vero senso della nostra esistenza trascorre invano, drammaticamente inosservato.

Al Teatro Viganò di Roma è andata in scena domenica scorsa la attesissima prima del nuovo spettacolo di Luisa Signorelli dal titolo “RUN”, in italiano “correre”, una coreografia da lei realizzata ed interpretata assieme alla sua compagnia Ballet-ex composta da danzatori uomini.

Il correre sempre più velocemente è diventato ormai il nostro modo di essere, osserva Luisa Signorelli, mentre tutto ciò che costituisce il vero senso della nostra esistenza trascorre invano, drammaticamente inosservato.

Sin dal principio dell’opera veniamo immersi nella suggestiva atmosfera della narrazione epica: un solo danzatore emerge dal buio ed apre la scena, con movimenti plastici inizia a spezzarne l’oscuro segreto, introducendo ritualmente il racconto. Ci sovviene alla memoria il proemio dell’Iliade “Cantami o Diva…”, ed inizia l’opera.

I danzatori aumentano progressivamente, si avvicendano mirabilmente in ariose architetture danzanti di raffinato disegno, i quadri in movimento si moltiplicano ad un ritmo sostenuto, il respiro è ora ampio, ora ansante, la scena palpita di vita.  Lo spettatore vive tutto il senso di quel correre che dà il titolo alla coreografia, l’energia dei danzatori è straordinaria e lascia appunto senza fiato, i salti e le elevazioni si susseguono squarciando i nostri orizzonti immaginativi con panorami di vertiginosa vastità.

Il racconto danzante prende le ali del poema proprio laddove, nelle anse dei movimenti, si inseriscono sapienti le pause, il correre viene in taluni attimi improvvisamente rallentato, come alla moviola, e si aprono spazi magici di lucida ed impersonale osservazione: i danzatori si attraggono e si respingono, cercano vette personali ma poi finiscono per ricadere gli uni sugli altri, nel momento della sconfitta, del dolore, dell’abbandono, in una alterna dipendenza reciproca.  Ad ogni salto segue una caduta, per uno che vince taluno perde, una spalla fornisce l’appoggio per salire, una mano tira fuori da un baratro.

Ed ecco che un elemento nuovo e delicato, raffigurato poeticamente da Luisa Signorelli, si dona ai corridori: è il sollievo e la grazia che solo l’amore potrebbe concedere all’ umano ed insensato vagare, e che pure alla fine si lascia ciecamente sfuggire: “Tutto ciò che passa non è che un simbolo, l’imperfetto qui si completa, l’ineffabile è qui realtà, l’eterno femminino ci attira in alto accanto a sé” (Goethe, Faust).

La futilità del correre ora è svelata allo spettatore, fino alla affascinante immagine finale di un gruppo scultoreo che i danzatori, con crescente forza drammatica, vanno lentamente a comporre: i moderni atleti della corsa sono finalmente immortalati nella eterna catena umana dove ciascuno ha la propria, fatale, collocazione.

Una grande opera coreografica, magnificamente interpretata da un corpo di ballo in stato di grazia, affiatato ed armonico, composto da danzatori di notevole spessore tecnico ed artistico, e di coinvolgente entusiasmo.

Interessanti le surreali ambientazioni metropolitane create dai video che scorrono sul fondo, i costumi essenziali evidenziano i movimenti mentre la musica coinvolge profondamente.  Uno spettacolo che consigliamo vivamente, per chi voglia davvero emozionarsi, e riflettere.

Paola Sarto

Fotografie di Massimo Danza

Ecco le prossime date dello spettacolo:

20 marzo 2016 Teatro Herberia, Rubiera (Reggio Emilia)

9 aprile 2016 Teatro Orione, Roma

14 maggio 2016 Teatro Piccolo di Pietralata, Roma (prova aperta)

15 maggio 2016 Teatro Viganò, Roma

6 giugno 2016 Teatro Olimpico, Roma

LUCIA LACARRA E MARLON DINO: PAS DE DEUX DEL CIGNO BIANCO

La prima ballerina Lucia Lacarra del Bayerisches Staatsballett dell’Opera di Monaco è uno struggente cigno bianco al fianco di Marlon Dino, suo compagno anche nella vita oltre che nella stessa compagnia.

Rassegna Tersicore a cura di Daniele Cipriani, Auditorium della Conciliazione di Roma, 24 gennaio 2016. Foto di Massimo Danza.

REBECCA BIANCHI E CLAUDIO COVIELLO: “GISELLE”

All’Auditorium della Conciliazione di Roma, lo scorso 24 gennaio, Rebecca Bianchi,  appena nominata prima ballerina del corpo di ballo dell’Opera di Roma, e Claudio Coviello, primo ballerino della Scala di Milano, hanno danzato il passo a due dal II° atto di “Giselle”: il simbolo del balletto classico e romantico,  nato  dall’idea del romanziere francese Théophile Gautier, qui è nella versione di Patricia Ruanne.

Lo spettacolo si è svolto all’interno della Rassegna Tersicore con la direzione artistica di Daniele Cipriani. Fotografie di Massimo Danza.

REBECCA BIANCHI E CLAUDIO COVIELLO: “ROMEO E GIULIETTA”

All’Auditorium della Conciliazione di Roma, lo scorso 24 gennaio, Rebecca Bianchi,  appena nominata prima ballerina del corpo di ballo dell’Opera di Roma, e Claudio Coviello, primo ballerino della Scala di Milano, hanno danzato un intenso e romantico passo a due, la rinomata scena del balcone dal 1°atto di “Romeo e Giulietta”, il celebre balletto di Sergej Prokof’ev tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare, con la coreografia di Kenneth Mcmillan.

Lo spettacolo si è svolto all’interno della Rassegna Tersicore con la direzione artistica di Daniele Cipriani. Fotografie di Massimo Danza.