Young Gyu Choi in “L’idolo d’oro”, Assolo da La Bayadère, II atto.

Tantissimi applausi per l’elevazione, la leggerezza, i giri mozzafiato di Young Gyu Choi per l’assolo dell’Idolo d’oro da La Bayadère.
L’evento è stato reso ancora più prezioso dai costumi realizzati appositamente per Les Étoiles da Roberto Capucci, icona mondiale dell’alta moda, considerata, a livello internazionale, come uno dei più grandi designer del XX secolo (Christian Dior lo definì il miglior creatore della moda italiana).
Come Diaghilev faceva vestire i suoi ballerini da Coco Chanel, così Daniele Cipriani ha fatto vestire per l’occasione, Young Gyu Choi da Roberto Capucci, continuando quel perfetto connubio tra danza e moda.
La Bayadère, balletto in tre atti, per lo stile coreografico e la storia raccontata, incarna perfettamente la quintessenza del balletto classico. Insieme a Il lago dei cigniLa Bella Addormentata ed allo Schaccianoci, La Bayadère è nell’Olimpo del balletto classico. Andata in scena per la prima volta a San Pietroburgo il 5 Febbraio del 1877, La Bayadère fa rivivere in chiave di esotismo fiabesco il mito delle Villi e di Giselle e si caratterizza per una della coreografie più ardite tra quelle create da Marius Petipa: lungo un praticabile inclinato gli spiriti delle baiadere morte per amore entrano in scena eseguendo settantadue arabesques-penchés.

La musica pompier di Ludwig Minkus conferisce all’azione danzata un’atmosfera eroicamente romantica.

 La Bayadère, balletto originariamente in quattro atti e sette quadri con apoteosi narra della tormentata e tragica vicenda amorosa tra la devadasi (danzatrice del tempio o baiadera, dal portoghese “bailadeira”) Nikia e il giovane generale Solor, capo delle guardie del Rajah.

Il balletto, ambientato in India e fortemente permeato di quell’esotismo così di moda nella seconda metà del XIX secolo, periodo delle grandi esplorazioni geografiche, trae ispirazione, indubbiamente, da “Sakuntala”, balletto su musica di E. Reier, libretto di Théophile Gauthier e coreografia di Lucien Petipa, fratello di Marius, rappresentato in precedenza a Parigi e ben presto dimenticato. Sorte diversa attenderà invece “La Bayadère”, destinato a diventare uno dei balletti più celebri e rappresentati di tutto il repertorio classico.

Le redazioni successive alla prima non hanno modificato la sostanza del generale impianto coreografico, essendosi limitate a spostamenti di questo o quel brano con il solo intento di migliorare la drammaturgia della narrazione. Nuove danze sono state aggiunte successivamente, ad esempio da Vakhtang Chabukiani nel 1941 e ancora dopo da Konstantin Sergeev.

LF Magazine

Foto: Massimo Danza