“RUN” –  LA CORSA INSENSATA DELL’UOMO VERSO IL VUOTO ESISTENZIALE.  

E’ in scena la nuova coreografia di Luisa Signorelli “Run”: il correre sempre più velocemente è diventato ormai il nostro modo di essere, mentre tutto ciò che costituisce il vero senso della nostra esistenza trascorre invano, drammaticamente inosservato.

Al Teatro Viganò di Roma è andata in scena domenica scorsa la attesissima prima del nuovo spettacolo di Luisa Signorelli dal titolo “RUN”, in italiano “correre”, una coreografia da lei realizzata ed interpretata assieme alla sua compagnia Ballet-ex composta da danzatori uomini.

Il correre sempre più velocemente è diventato ormai il nostro modo di essere, osserva Luisa Signorelli, mentre tutto ciò che costituisce il vero senso della nostra esistenza trascorre invano, drammaticamente inosservato.

Sin dal principio dell’opera veniamo immersi nella suggestiva atmosfera della narrazione epica: un solo danzatore emerge dal buio ed apre la scena, con movimenti plastici inizia a spezzarne l’oscuro segreto, introducendo ritualmente il racconto. Ci sovviene alla memoria il proemio dell’Iliade “Cantami o Diva…”, ed inizia l’opera.

I danzatori aumentano progressivamente, si avvicendano mirabilmente in ariose architetture danzanti di raffinato disegno, i quadri in movimento si moltiplicano ad un ritmo sostenuto, il respiro è ora ampio, ora ansante, la scena palpita di vita.  Lo spettatore vive tutto il senso di quel correre che dà il titolo alla coreografia, l’energia dei danzatori è straordinaria e lascia appunto senza fiato, i salti e le elevazioni si susseguono squarciando i nostri orizzonti immaginativi con panorami di vertiginosa vastità.

Il racconto danzante prende le ali del poema proprio laddove, nelle anse dei movimenti, si inseriscono sapienti le pause, il correre viene in taluni attimi improvvisamente rallentato, come alla moviola, e si aprono spazi magici di lucida ed impersonale osservazione: i danzatori si attraggono e si respingono, cercano vette personali ma poi finiscono per ricadere gli uni sugli altri, nel momento della sconfitta, del dolore, dell’abbandono, in una alterna dipendenza reciproca.  Ad ogni salto segue una caduta, per uno che vince taluno perde, una spalla fornisce l’appoggio per salire, una mano tira fuori da un baratro.

Ed ecco che un elemento nuovo e delicato, raffigurato poeticamente da Luisa Signorelli, si dona ai corridori: è il sollievo e la grazia che solo l’amore potrebbe concedere all’ umano ed insensato vagare, e che pure alla fine si lascia ciecamente sfuggire: “Tutto ciò che passa non è che un simbolo, l’imperfetto qui si completa, l’ineffabile è qui realtà, l’eterno femminino ci attira in alto accanto a sé” (Goethe, Faust).

La futilità del correre ora è svelata allo spettatore, fino alla affascinante immagine finale di un gruppo scultoreo che i danzatori, con crescente forza drammatica, vanno lentamente a comporre: i moderni atleti della corsa sono finalmente immortalati nella eterna catena umana dove ciascuno ha la propria, fatale, collocazione.

Una grande opera coreografica, magnificamente interpretata da un corpo di ballo in stato di grazia, affiatato ed armonico, composto da danzatori di notevole spessore tecnico ed artistico, e di coinvolgente entusiasmo.

Interessanti le surreali ambientazioni metropolitane create dai video che scorrono sul fondo, i costumi essenziali evidenziano i movimenti mentre la musica coinvolge profondamente.  Uno spettacolo che consigliamo vivamente, per chi voglia davvero emozionarsi, e riflettere.

Paola Sarto

Fotografie di Massimo Danza

Ecco le prossime date dello spettacolo:

20 marzo 2016 Teatro Herberia, Rubiera (Reggio Emilia)

9 aprile 2016 Teatro Orione, Roma

14 maggio 2016 Teatro Piccolo di Pietralata, Roma (prova aperta)

15 maggio 2016 Teatro Viganò, Roma

6 giugno 2016 Teatro Olimpico, Roma

Lascia un commento