DIVI “DIVERSAMENTE GIOVANI” : ANA LAGUNA E MATS EK IN “POTATO”

Coreografia di Mats Ek. Teatro Argentina di Roma, 24 e 25 giugno 2015. Una produzione di Daniele Cipriani Entertainment.

La danza, come il cinema, innalza un inno alla maturità anagrafica che spesso cela una vitalità inesauribile, un bene di cui la società e l’arte possono fare tesoro.

Con un affettuoso pensiero rivolto ai quattro non più verdissimi cantanti di una casa per musicisti a riposo scaturita dall’immaginazione di un grande regista, i ballerini ‘diversamente giovani’ riempiono il palcoscenico con la loro gioia di danzare nella consapevolezza che, dopo la bellezza acerba della primavera e quella rigogliosa dell’estate, arrivano i ricchi frutti interpretativi della stagione più matura. Mats Ek e Ana Laguna, nomi leggendari della danza contemporanea e festosamente “over 60”,  sono tra i protagonisti  di Quartet Gala, a cura di Daniele Cipriani, andato in scena al Teatro Argentina di Roma il 24 e 25 giugno.

Nel programma un lavoro del grande coreografo svedese Mats Ek (70 anni) che lui stesso ha interpretato accanto alla danzatrice spagnola Ana Laguna (60 anni), sua musa e compagna di vita: Potato. Insieme i due sprigionano una possente energia scenica, l’alchimia tra di loro è tangibile. Se Potato è un giocoso dialogo tra due persone che hanno passato quasi tutta la vita insieme, una coppia rodata e affiatata, che tollera reciproche eccentricità con affetto e profonda amicizia

Un’occasione unica, dunque, per assistere all’autobiografia in danza del celebre binomio Ek/Laguna: per rivedere lei, indimenticabile Giselle nella rivisitazione straordinaria che Ek fece del famoso balletto negli anni ’80 (partner anche, in anni recenti, di Mikhail Baryshnikov), e per vedere lui (cosa rarissima) in veste di ballerino.

In passato sarebbe stato raro vedere un ballerino in palcoscenico oltre i 40 anni; oggi, così come le Bond Girl sono splendide cinquantenni, radiose e sicure di sé, anche l’età dei danzatori più interessanti si è alzata. Perché se è vero che la tecnica del balletto classico si sta spingendo sempre oltre i limiti fisici, favorendo i ballerini più giovani e vigorosi, è altrettanto vero che pure le esigenze interpretative sono aumentate: ed è qui che le carte dei divi più maturi sono vincenti rispetto a quelle dei colleghi più giovani.

Che la giovinezza possa essere simbolica quanto reale l’ha capito anche il cinema che, da qualche anno a questa parte, sta dedicando alcune delle sue più belle (vedi anche l’ultimo Festival di Cannes) pellicole a personaggi anagraficamente in là con gli anni ma con un serbatoio di vitalità sempre crescente da condividere con il mondo. L’arte è un mondo dove a dispetto (o forse proprio in conseguenza) del passare degli anni l’artista ha sempre preziosi talenti e reminiscenze da condividere. Quartet Gala, i cui protagonisti costituiscono un legame diretto con i pionieri della danza moderna europea, ne è la riprova e vuole anche essere un’esortazione alla nostra società: anziché escludere ed emarginarli, riscopriamo e risvegliamo dei nostri concittadini ‘diversamente giovani’ quella loro ‘memoria’ impagabile, sempreverde e sempre feconda.

Foto Massimo Danza

 

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